LE INNOVATRICI
Angela Farmer e la fioritura del femminile
courtesy of Sofi Brabant |
di Fiorella Connie Carollo
We need to re-empower ourselves and we find the possibilities in our bodies. When we really get in touch with our body we can fill it with power.
We need to re-empower ourselves and we find the possibilities in our bodies. When we really get in touch with our body we can fill it with power.
Angela Farmer, classe 1939 inglese di nascita, ha avuto un percorso tradizionale come insegnante di yoga. A 28 anni si è avvicinata alla pratica del tutto in modo casuale ed è stato amore a prima vista. Affetta da dolori cronici a causa di operazioni invasive subite nell’adolescenza, Angela cercò nello yoga un sollievo al suo dolore. Per dieci anni allieva di Iyengar, lasciò il maestro consapevole che la costante pratica non era riuscita a modificare la sua condizione interna, come avrebbe invece desiderato dopo tanti anni di pratica disciplinata. Si cimentò quindi con altri stili e maestri e sopratutto è stata influenzata da Vanda Scaravelli, dall’ esempio di una donna che seguiva il suo maestro interiore distaccandosi a sua volta dall’insegnamento di Iyengar.
“Get back inside yourself” esorta Angela nelle sue lezioni, convinta che lo yoga dopo una prima fase in cui vieni istruita da un maestro sulle varie posizioni, e aver ricevuto forza dal gruppo di studenti tuoi pari, poi deve diventare un percorso individuale di ricerca: la ricerca del “tuo yoga”. Sul rapporto discepolo- insegnante è molto chiara: possiamo e dobbiamo ringraziare i nostri maestri , ma poi ognuno si deve impegnare a scalare la propria montagna, non la loro. Per Angela Farmer trovare “il suo yoga” ha richiesto una grande dose di coraggio nel lasciare il percorso già tracciato dal maestro Iyengar che le portava classi di sessanta studenti. Infatti all’inizio di questa scalata solitaria alla ricerca di uno yoga che fosse vero per lei, pochi allievi la seguirono ma negli anni la verità ha parlato per sé.
Come già per Vanda Scaravelli la forza di procedere nell’ esplorazione personale le è venuta proprio dalla pratica dello yoga. Angela ha potuto costruire su quello che l’altra maestra aveva già messo a disposizione per tutte loro che volevano accogliere il suo insegnamento unico, fuori dal coro. La Farmer ha più volte affermato: “Mi sono avvicinata allo yoga spinta dal forte desiderio di sentirmi bene nel mio corpo. Ma poi sono rimasta invischiata nell’euforia di raggiungere la perfezione nelle asana. Questo piacere mi ha tenuto lontana dal sentire che cosa accadeva dentro. Per fortuna un giorno è giunto anche per me il momento del cambiamento interiore. E’ accaduto durante la visita ad un tempio induista nel nordest dell’India al cospetto di alcune statuine di yogini dalle forme sinuose, che comunicavano un sentimento di sensualità e gaiezza. In quel preciso istante ho capito che fino ad allora avevo praticato lo yoga come se fossi un uomo!”.
Le asana performate da Angela sono dinamiche e molto sensuali, esprimono la ricerca di una donna di sentirsi per uscirne potenziata e rinnovata. Il respiro nello yoga di Angela non accompagna semplicemente l’esecuzione delle asana ma è uno strumento attivo; il respiro diventa una pratica di scoperta di sé; un modo per “colonizzare” più parti di noi e toglierle dal regno oscuro dell’inconsapevolezza. Guardare Angela e le sue allieve mentre eseguono un’asana, ma “eseguire” non è il termine esatto perché in realtà assistiamo ad un “generare” l’asana con un movimento che si diffonde con grande armonia e al ritmo di un’onda che sale dall’interno. Ecco la parola generare è molto appropriata come metafora per definire il nucleo dello yoga di Angela : ”Abbiamo bisogno di potenziare noi stesse, e il nostro corpo ce ne offre la possibilità. Attraverso il respiro possiamo riempire di potere il nostro corpo”. La pratica di Angela sviluppa un rapporto d’amore con il respiro perché il respiro è il mezzo attraverso cui noi ci riempiamo di potere e risvegliamo l’energia che è in noi.
Le asana vengono generate seguendo l’onda del respiro, il corpo si muove ritmico, al ritmo dell’onda che sale da dentro. “E’ il corpo a dirci, ora che siamo in sintonia con il sentire e abbiamo risvegliato la sua intelligenza intuitiva, dove aprirci, dove abbiamo bisogno di fare stretching, dove c’è rigidità. Arrendersi è l’altra faccia del potere. E’ la parte femminile è l’apertura. Permette al respiro di entrare e a sua volta il respiro diventa veicolo della nostra apertura modificando la percezione di quello che ci sta attorno e dentro. Quando troviamo la nostra energia essa incomincia a muoversi attraverso il corpo e quando arriva allo stomaco entriamo in contatto con un’energia molto potente, una parte di noi che è incredibilmente forte. Man mano che l’energia scorre, i muscoli lavorano sempre meno ed è così che si crea più spazio per l’energia.”
Angela ammette che queste sue scoperte l’avevano portata lontana dalla pratica convenzionale dello yoga degli anni Ottanta e fu grazie ai suoi studenti che trovò le risposte e la via che cercava: “Pensavo di non poter insegnare tutto questo ma un giorno davanti ad una schiena irrigidita di una donna capii che non aveva senso spingerla oltre nella posa, al contrario potevo aiutarla a contattare quel dolore che vedevo nella sua schiena rigida. Posai dolcemente una mano sopra e lei nel sentire la mia compassione, poté contattare il suo dolore che esplose in lacrime liberatorie. Nello stesso tempo io percepii che la sua schiena perdeva la rigidità che aveva imprigionato il dolore.”
Lo yoga di Angela è veramente yoga=unione, unione di molte dicotomie; dell’aspetto dinamico nel movimento generato dal respiro che si espande e dell’aspetto meditativo nel continuo ascolto e attenzione a quello che accade all’interno. E‘ l’unione del femminile compassionevole che non discrimina il materiale emotivo che durante la pratica affiora e del femminile ricettivo che si pone in ascolto, che si apre, permettendo al corpo di esprimere la sua saggezza intuitiva. E‘ anche unione dell’aspetto maschile penetrativo e assertivo che avanza, spinto dal desiderio di esplorare nuovi territori e che si unisce all’aspetto maschile disciplinato costante che ci permette di crescere e sviluppare il nostro yoga, che ci procura un ambiente sicuro e protetto per la pratica. Angela Farmer grazie al suo coraggio di pioniera, al suo senso di responsabilità e materna generosità, ha riparato lo squilibrio di una pratica diventata poco ricettiva al sentire e alla saggezza intuitiva del corpo e ha saputo riportarla ad un livello a cui potranno ispirarsi tutti, uomini e donne. In particolare le donne che oggi sono alla ricerca di una fonte sicura, affidabile di forza per poter aprirsi a maggiori responsabilità, possono trovare in questo yoga una via sicura di empowerment.
“Get back inside yourself” esorta Angela nelle sue lezioni, convinta che lo yoga dopo una prima fase in cui vieni istruita da un maestro sulle varie posizioni, e aver ricevuto forza dal gruppo di studenti tuoi pari, poi deve diventare un percorso individuale di ricerca: la ricerca del “tuo yoga”. Sul rapporto discepolo- insegnante è molto chiara: possiamo e dobbiamo ringraziare i nostri maestri , ma poi ognuno si deve impegnare a scalare la propria montagna, non la loro. Per Angela Farmer trovare “il suo yoga” ha richiesto una grande dose di coraggio nel lasciare il percorso già tracciato dal maestro Iyengar che le portava classi di sessanta studenti. Infatti all’inizio di questa scalata solitaria alla ricerca di uno yoga che fosse vero per lei, pochi allievi la seguirono ma negli anni la verità ha parlato per sé.
Come già per Vanda Scaravelli la forza di procedere nell’ esplorazione personale le è venuta proprio dalla pratica dello yoga. Angela ha potuto costruire su quello che l’altra maestra aveva già messo a disposizione per tutte loro che volevano accogliere il suo insegnamento unico, fuori dal coro. La Farmer ha più volte affermato: “Mi sono avvicinata allo yoga spinta dal forte desiderio di sentirmi bene nel mio corpo. Ma poi sono rimasta invischiata nell’euforia di raggiungere la perfezione nelle asana. Questo piacere mi ha tenuto lontana dal sentire che cosa accadeva dentro. Per fortuna un giorno è giunto anche per me il momento del cambiamento interiore. E’ accaduto durante la visita ad un tempio induista nel nordest dell’India al cospetto di alcune statuine di yogini dalle forme sinuose, che comunicavano un sentimento di sensualità e gaiezza. In quel preciso istante ho capito che fino ad allora avevo praticato lo yoga come se fossi un uomo!”.
Le asana performate da Angela sono dinamiche e molto sensuali, esprimono la ricerca di una donna di sentirsi per uscirne potenziata e rinnovata. Il respiro nello yoga di Angela non accompagna semplicemente l’esecuzione delle asana ma è uno strumento attivo; il respiro diventa una pratica di scoperta di sé; un modo per “colonizzare” più parti di noi e toglierle dal regno oscuro dell’inconsapevolezza. Guardare Angela e le sue allieve mentre eseguono un’asana, ma “eseguire” non è il termine esatto perché in realtà assistiamo ad un “generare” l’asana con un movimento che si diffonde con grande armonia e al ritmo di un’onda che sale dall’interno. Ecco la parola generare è molto appropriata come metafora per definire il nucleo dello yoga di Angela : ”Abbiamo bisogno di potenziare noi stesse, e il nostro corpo ce ne offre la possibilità. Attraverso il respiro possiamo riempire di potere il nostro corpo”. La pratica di Angela sviluppa un rapporto d’amore con il respiro perché il respiro è il mezzo attraverso cui noi ci riempiamo di potere e risvegliamo l’energia che è in noi.
Le asana vengono generate seguendo l’onda del respiro, il corpo si muove ritmico, al ritmo dell’onda che sale da dentro. “E’ il corpo a dirci, ora che siamo in sintonia con il sentire e abbiamo risvegliato la sua intelligenza intuitiva, dove aprirci, dove abbiamo bisogno di fare stretching, dove c’è rigidità. Arrendersi è l’altra faccia del potere. E’ la parte femminile è l’apertura. Permette al respiro di entrare e a sua volta il respiro diventa veicolo della nostra apertura modificando la percezione di quello che ci sta attorno e dentro. Quando troviamo la nostra energia essa incomincia a muoversi attraverso il corpo e quando arriva allo stomaco entriamo in contatto con un’energia molto potente, una parte di noi che è incredibilmente forte. Man mano che l’energia scorre, i muscoli lavorano sempre meno ed è così che si crea più spazio per l’energia.”
Angela ammette che queste sue scoperte l’avevano portata lontana dalla pratica convenzionale dello yoga degli anni Ottanta e fu grazie ai suoi studenti che trovò le risposte e la via che cercava: “Pensavo di non poter insegnare tutto questo ma un giorno davanti ad una schiena irrigidita di una donna capii che non aveva senso spingerla oltre nella posa, al contrario potevo aiutarla a contattare quel dolore che vedevo nella sua schiena rigida. Posai dolcemente una mano sopra e lei nel sentire la mia compassione, poté contattare il suo dolore che esplose in lacrime liberatorie. Nello stesso tempo io percepii che la sua schiena perdeva la rigidità che aveva imprigionato il dolore.”
Lo yoga di Angela è veramente yoga=unione, unione di molte dicotomie; dell’aspetto dinamico nel movimento generato dal respiro che si espande e dell’aspetto meditativo nel continuo ascolto e attenzione a quello che accade all’interno. E‘ l’unione del femminile compassionevole che non discrimina il materiale emotivo che durante la pratica affiora e del femminile ricettivo che si pone in ascolto, che si apre, permettendo al corpo di esprimere la sua saggezza intuitiva. E‘ anche unione dell’aspetto maschile penetrativo e assertivo che avanza, spinto dal desiderio di esplorare nuovi territori e che si unisce all’aspetto maschile disciplinato costante che ci permette di crescere e sviluppare il nostro yoga, che ci procura un ambiente sicuro e protetto per la pratica. Angela Farmer grazie al suo coraggio di pioniera, al suo senso di responsabilità e materna generosità, ha riparato lo squilibrio di una pratica diventata poco ricettiva al sentire e alla saggezza intuitiva del corpo e ha saputo riportarla ad un livello a cui potranno ispirarsi tutti, uomini e donne. In particolare le donne che oggi sono alla ricerca di una fonte sicura, affidabile di forza per poter aprirsi a maggiori responsabilità, possono trovare in questo yoga una via sicura di empowerment.
Foto di Sofie Brabant
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